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La Forma degli Odori

  • Immagine del redattore: Nico Di Pardo
    Nico Di Pardo
  • 8 mar 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Ero a letto, accoccolato accanto a mio figlio che si è addormentato tra me e mia moglie. Ascoltavo il suono del suo respiro che si amalgamava a quello dei cani sdraiati a terra, mentre gli accarezzavo i capelli e cercavo di prendere sonno anche io.

Da quando Massimo è nato, ormai sei anni or sono, dorme con la sua "nuvola", un helper per citare Bowlby. Di notte non se ne separa mai, la porta con sé anche quando dorme fuori casa, dalla nonna, dagli zii o dagli amici. Non la stringe, o abbraccia, semplicemente la tiene con la mano destra e fino al mattino non la lascia mai andare.

Quella nuvola porta con sé una infinità di odori, residui di ricordi e sogni.

Il mio naso cerca di abituarsi al fortissimo miasma che emette ma, per quanto ci provi, non riesce a farlo. Eppure mio figlio riesce a rasserenarsi solo al cospetto di quegli odori che hanno, per lui, un effetto rilassante.

Probabilmente accendono forte il senso di tutela, protezione, bolla di salvezza dalle paure.

Quegli odori, quelle macchie invisibili che ormai non vogliono più venire via nemmeno con lavaggi a gradazioni impossibili, appartengono alla storia di mio figlio, ne disegnano i ricordi e rappresentano la sicurezza per il futuro. Vomito, saliva, sangue (lui soffre di epistassi), sudore, profumo di bucato, profumo di bagnoschiuma, di shampoo, profumo della mamma, profumo del papà, pelo dei cani, pelo del gatto, lacrime.

E gli odori, i profumi, a conti fatti sono strettamente collegati alle emozioni e al vissuto di ogni singolo individuo, più di quanto se ne parli in verità.

Gli odori e i profumi sono immagini, sono fotografie su cui si accendono fari ogni qual volta i nostri recettori li percepiscono. E ogni singolo odore è in realtà un "memento" specifico diverso per ogni individuo. Non è possibile che un odore abbia per tutti il medesimo valore, un valore assoluto, poichè la nostra "reazione" ad uno stimolo olfattivo, l'emozione ad esso associata, è dipendente da un gran numero di variabili e fattori ed è davvero complesso poter definire una relazione che valga in maniera univoca per chiunque.

Tra le numerose variabili da considerare in modo importante in merito ci sono l'esperienza pregressa, ovvero il vissuto, e il contesto situazionale, ovvero il momento specifico in cui percepiamo l'odore.

Ciò che per me è un profumo, per qualcun altro non lo è. Ciò che per me è un pessimo odore, per qualcuno non lo è. Perchè la storia di ognuno è differente.

Tra i miei cani, ad esempio, c'è Buio che da sempre ha problemi di natura gastrointestinale con conseguente alito pessimo. Eppure, quell'alito è per me la "nuvola" di mio figlio. Mi rassicura, equivale a serenità, rilassatezza, amore. Non riesco a dormire davvero bene se il mio naso non percepisce quello specifico odore.

Perchè? Probabilmente perchè Buio mi è accanto da 11 anni e c'era prima di mia moglie e mio figlio, il suo odore era con me nei momenti più tristi, nei momenti più difficili, come nei momenti felici.


Gli odori rappresentano una parte importantissima della nostra vita, delle nostre esperienze e, soprattutto, delle emozioni correlate al nostro percorso di vita.


Gli esseri umani non possono essere definiti degli individui prettamente "olfattivi". Il senso primario, quello che permette di orientarci e definire il mondo intorno a noi è la vista. Eppure, gli odori giocano un ruolo fondamentale nella creazione dei ricordi, più di quanto possiamo immaginare.


Emozioni e olfatto. Percezione del mondo e olfatto. Rappresentazione del mondo e olfatto.


Sarebbe meraviglioso se questo argomento, una volta introiettato dai proprietari di cani, fosse poi proiettato sui cani stessi. Perché se per noi esseri umani, individui "visivi", è così importante il peso e il valore degli odori, per il cane, individuo "olfattivo" lo è in maniera esponenziale.


Cambiamo le sue coperte ripetutamente, magari buttando via quelle vecchie ricoperte di peli.

Puliamo il suo stesso pelo, ripetutamente, cancellando le tracce della sua stessa familiarità.

Gli impediamo di usare il naso in giro, annichilendo la sua necessità di fotografare ciò che ha intorno.

Non tolleriamo l'odore di urina in casa, ne cancelliamo le tracce, cancellando così le tracce stesse della presenza del cane in casa, del "senso" di presenza e appartenenza.


Fin da quando sono cuccioli, cerchiamo di cancellare la loro coordinata esperienziale primaria, releghiamo alla sua "misera" vista ciò che dovrebbe fare l'olfatto, proiettando il valore che la vista ha per noi esseri umani sul cane.

In questo modo, sollevando il suo naso da terra, dall'erba, dallo sporco, non facciamo altro che negargli il colore delle immagini, un colore che i suoi occhi non possono cogliere. Non facciamo altro che rendere nebbiosi i suoi ricordi, non permettendogli di associarli a degli odori, a delle figure che purtroppo per noi non siamo in grado di comprendere.


Gli insegniamo a cercare bocconi, palline, persone e ci dimentichiamo di lasciargli i necessari tempi di introiezione delle immagini, attraverso la cattura e l'analisi degli odori del mondo.

Gli insegniamo a camminare al piede, occhi negli occhi con sguardi pieni di "amore" e ci dimentichiamo di offrirgli odori diversi da quelli dei marciapiedi e dei campi cinofili.

Gli insegniamo a mangiare dalla ciotola e a non ringhiare su questa, dimenticando di offrire all'interno di quella stessa ciotola variabili olfattive differenti.

Pagherei per poter, anche solo per 10 minuti, essere nella testa di un cane mentre un odore prende mille forme differenti nei suoi ricordi, assume suoni e movimenti che probabilmente noi esseri umani non possiamo in alcun modo immaginare.

Pagherei per poter, anche solo per 10 minuti, riuscire a dare forma visiva alle immagini che gli odori dipingono nella testa di un cane.

Pagherei per poter, anche solo una volta, sapere che emozioni e colori genera, nella testa dei miei cani, il mio odore.


Mi accontento di chiudere gli occhi e sapere che cosa genera l'alito di Buio nel mio profondo.

Mi accontento di non morire, soffocato dal miasma della nuvola di Massimo.





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