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Bombón El Perro

  • Immagine del redattore: Stephania Giacobone
    Stephania Giacobone
  • 21 gen 2021
  • Tempo di lettura: 2 min


Coco alla guida, accanto Bombón, un dogo argentino. Sguardi che si intrecciano, nella Patagonia più sconfinata e scarna, silenziosa, come loro, esseri fieri l’uno dell’altro e liberi, forse, finalmente, da qualsiasi strumentalizzazione, ai margini, inetti, non produttivi, non asserviti alle logiche di profitto e mercato.




Questa l’immagine che più mi è rimasta impressa di un film, Bombón el perro, 2004, diretto da Carlos Sorin.


Juan Villegas, detto Coco, è un uomo argentino sulla cinquantina, disoccupato che tenta invano di vendere coltelli e vive in un piccolo appartamento con la figlia e i suoi figli. Un giorno Coco incontra per strada una donna con l’auto in panne e la aiuta a ripararla. Per

ringraziarlo di questa gentilezza la madre della donna gli regala un dogo argentino con pedigree, figlio di un grande campione di bellezza che allevava il marito prima di morire.

Bombón era legato a catena in un angolo del giardino di quella casa. È lui il Bombón che Coco chiama Lechien, non sapendo che significa semplicemente “cane” in francese.


È l’incontro di due solitudini. Coco viene cacciato da casa dalla figlia per la sua decisione di tenere quel cane, così Coco e Bombón iniziano a girare in Patagonia con la macchina

dell’uomo il quale da personaggio mediocre inizia ad acquisire fama e clamore grazie a Bombón, suo biglietto da visita nel mondo delle esposizioni canine, vincendo il terzo posto alla prima expo.


L’allenatore di Coco e Bombón vede nel cane una buona macchina da profitto e cerca di coinvolgerlo in monte con femmine di dogo alle quali però Bombón si mostra disinteressato. Deluso, l’allenatore propone a Coco di lasciargli il cane ed andarsene. Coco, senza riuscire a dimostrare in quel momento l’amore che prova per Bombón, glielo lascia e continua il suo giro per la Patagonia a vendere coltelli. Dopo poco tuttavia Coco si sente malinconico e perso senza il suo cane e torna a cercarlo. Bombón però è scappato da casa del suo allenatore e Coco inizia a cercarlo. Quando lo ritrova Bombón si stava accoppiando con una meticcia nera in una fabbrica a cielo aperto di mattoni. Coco accetta di nuovo Bombón e ripartono in macchina insieme e finalmente sereni e senza vincoli.


Coco solo alla fine capisce che sia lui che Bombón sono davvero felici nel momento in cui sono liberi e insieme, senza ambizioni o esiti grandiosi.


Un film delicato, ritmi lenti, minimalista.


Sorridono Coco e Bombòn, seduti l’uno accanto all’altro nell’inquadratura che chiude il film, sereni e appagati dal non avere una meta e dall’essere semplicemente uno vicino all’altro.


Bombón El Perro, un film di Carlos Sorin, 2004

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